Sasso Pisano è una frazione del comune di Castelnuovo Val di Cecina, in provincia di Pisa, ricca di manifestazioni geotermiche naturali come “putizze”, bulicami e fumacchi di vapore spontaneo, che escono dal terreno diffondendo nell’aria il caratteristico odore di zolfo. Calore della terra legato fin dall’antichità al termalismo, andato negli anni gradualmente scomparendo, fino alla chiusura definitiva negli anni cinquanta del piccolo Bagno del Lagoncino. La riapertura del BioLago, fa rivivere a Sasso Pisano una tradizione millenaria.
Tutte le sorgenti di Sasso Pisano
Le sorgenti di acqua calda nel territorio di Sasso Pisano sono tante. Si va dalla sorgente del Lagoncino che sgorga a 44° C, accanto alla quale è presente un piccolo soffione naturale di vapore e gas. Qualche metro più in basso si trova la sorgente chiamata Sorgente del Campo Sportivo, per essere situata in prossimità della struttura dedicata allo sport. L’acqua qui sgorga ad una temperatura di 40°C ed è oligominerale. Nei pressi del cimitero di Sasso Pisano, lungo un sentiero scosceso, si trovano i Lavatoi del Cimitero nei quali si trova acqua calda a 36°C lievemente mineralizzata. Da visitare è anche un antico e suggestivo lavatoio, detto Dei Lagoni, lungo la strada che va alla frazione de La Leccia, formato da un’antica vasca e da un loggiato, alimentata da acqua a 38°C. A soli tre chilometri da Sasso Pisano si trovano inoltre altre sorgenti termali, che sgorgano in prossimità del Podere Il Bagno, che si possono definire come le più calde della Toscana, dal momento che raggiungono i 60° – 70° C di temperatura.
Il Complesso sacro-termale Il Bagnone
Dalla metà degli anni ’80 la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ha lavorato per riportare alla luce il complesso architettonico di eccezionale interesse storico e archeologico che attesta nella zona un insediamento termale di epoca tardo romana, oggi finalmente aperta al pubblico. Le prime notizie sulla presenza di antichi resti nel sito risalgono a circa trent’anni fa, quando fu portata all’attenzione degli archeologi una tegola con bollo in caratteri etruschi che secondo gli studiosi attestava l’esistenza di un edificio pubblico, dei quali rimanevano però soltanto alcune colonne e pochi capitelli di tufo. Gli scavi hanno invece riportato alla luce un sito ben più complesso, unico nella zona definita come Etruria settentrionale.
Il primo nucleo architettonico del complesso sacro-termale Il Bagnone, è stato un grande porticato a tre braccia che veniva chiamato stoà, a cui si è aggiunta, nella prima metà del II sec. a. C., una struttura termale vera e propria. Dopo un grande movimento franoso che ne ha trascinato a valle parte le antiche strutture, e il successivo abbandono durato praticamente un secolo, gli edifici del complesso termale sono rimasti attivi fino a tutto il III sec. d. C. Nel sito sono inoltre state rinvenute 64 monete in bronzo, anche queste databili intorno al III sec. d. C., allo sbocco di una canaletta di deflusso delle acque, che testimonierebbero un intenso uso della struttura termale. Poi, tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C., le terme sono state completamente abbandonate. Il carattere sacro delle terme sarebbe attestato dal ritrovamento di due statuette: una Menerva in piombo e stagno, secondo modelli già trovati in forma analoga nel II sec. a. C. in Etruria settentrionale, proprio nel volterrano, e una piccola “offerente” in bronzo, anche questa frequente nella zona. Il sito è diventato finalmente già da qualche anno, grazie al lavoro del Comune di Castelnuovo Val di Cecina, un Parco Archeologico, in primavera e estate aperto al pubblico, mentre in autunno e inverno è visitabile solo su appuntamento
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